ESIODO
Le opere sono state esposte: Palazzo Ducale, Sale dell'Esedra, Mantova, 1990; Castello dei Pio, Carpi, 1990; Complesso Monumentale S. Michele a Ripa, Roma; Palazzo dei Diamanti, PAC, Ferrara, 1991; Palazzo Crepadona, Belluno, 1991; Palazzo dei Priori, Sala del Grifo e del Leone, Perugia, 1991.
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Altre Opere
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Il fatto di considerare la 'Teogonia' di Esiodo l'antecedente della cosmologia filosofica che inizierà con Talete, anche se non condiviso da molti, risale ad Aristotele. Dice Aristotele nella 'Metafisica':
... anche chi ama il mito è in qualche modo filosofo...
E di quest'amatore del mito dell'VIII secolo a.C. abbiamo non frammenti o citazioni, ma opere complete. La "Teogonia' si compone di oltre 1000 versi. L'idea di fondo è la stessa delle teogonie orfiche: la spiegazione a livello mitologico di ciò che era il principio di tutto. La chiave è sempre fantastico-poetica. Narra la nascita di tutti gli dèi e poiché alcuni dèi coincidono con parti dell'universo o con fenomeni del cosmo, oltre che teogonia, essa diventa cosmogonia, ossia spiegazione fantastica della genesi dell'universo e dei fenomeni cosmici. Esiodo immagina, nel proemio, di aver avuto, ai piedi dell'Elicona, in Beozia, una visione delle Muse e di aver ricevuto da esse la rivelazione della verità, di cui egli si fa aedo:
Così dissero le figlie del grande Zeus, abili nel parlare, e come scettro mi diedero un ramo d'alloro fiorito, dopo averlo staccato, meraviglioso; e m'ispirarono il canto divino, perché cantassi ciò che sarà e ciò che è.
Dapprima egli dice, si generò il Caos, poi Gea, la Terra, nel cui ampio seno tutte le cose sono e nella profondità della terra si generò il Tartaro buio, e da ultimo Eros, l'Amore, che poi diede origine a tutte le altre cose. Così procedendo, Esiodo narra l'origine dei vari dèi, potenze divine che si contrappongono e si superano, che lottano per conseguire la timh suprema. Racconti cruenti, come quello della castrazione di Urano, da parte del figlio Crono:
Venne, portando la notte, il grande Urano e attorno a Gea desideroso d'amore incombette e si stese ovunque; ma dall'agguato il figlio si sporse con la mano sinistra e con la destra prese la falce terribile, grande, dai denti aguzzi, e i genitali del padre con forza tagliò e poi via li gettò, dietro; ma non fuggirono invano dalla sua mano: infatti, quante gocce sprizzarono cruente, tutte le accolse Gea e nel volgere degli anni generò le Erinni potenti e i grandi Giganti di armi splendenti, che lunghi dardi tengono in mano, e le ninfe che chiamano Melie sulla terra infinita.
...
E generò anche Nemesi, sciagura degli uomini mortali, Notte funesta; e dopo di essa Inganno e Amore e Vecchiaia rovinosa, e Contesa dal cuore violento. Poi Contesa odiosa generò Pena dolente, Oblio e Fame e Dolori, che fanno piangere, Lotte e Battaglie, e Delitti e Omicidi, Discordia e Sciagura, che vanno congiunte fra loro e Giuramento, che agli uomini della terra grande sciagura reca quando qualcuno di loro, volendo, spergiura.
Zeus appartiene all'ultima generazione come tutti gli altri dèi dell'Olimpo che i Greci veneravano, ma il suo regno non sarà caratterizzato dalla sola presenza della pace e della giustizia perché continueranno ad esistere e ad operare tutte le entità negative da cui Zeus dovrà salvaguardarsi, servendosi di Potere e Forza o imponendo la sua volontà col fulmine, il tuono e il lampo.